Il servizio di mediazione linguistico-culturale proposto, ha cercato di favorire la conoscenza e l’accesso ai servizi di salute mentale dei cittadini di paesi terzi che vivevano situazioni di disagio e sofferenza psicologica o psichiatrica e ha tentato di migliorare l’efficacia terapeutica del percorso di presa in carico dei pazienti stranieri nella cura delle patologie legate alla psiche nel territorio della ASL Roma H.
Il progetto ha previsto in primo luogo l’attivazione di un corso di formazione per i mediatori selezionati, volto a dare tutti quegli elementi sulle specificità e le caratteristiche del servizio, a costruire intesa e capacità di azione tra le figure coinvolte nella sperimentazione ed a renderle protagoniste dell’individuazione delle modalità operative dell’intervento. E’ stato poi avviato un modello di intervento su 4 poli territoriali monitorando costantemente sia la capacità di tenuta dell’equipe, sia l’efficacia e la rispondenza del modello alla funzionalità del percorso di diagnosi e cura, attraverso momenti di supervisione del lavoro svolto dall’equipe, apportando gli opportuni interventi correttivi utili. A ciò si sono aggiunti ulteriori momenti di approfondimento e confronto con i membri dell’equipe, finalizzati alla definitiva modellizzazione dell’intervento. Sono state infine predisposte campagne mirate di informazione sul territorio, con l’obiettivo di render familiare l’idea di cura mentale e, di far conoscere il servizio attivato.
Destinatari
Il progetto ha annoverato tra i destinatari i cittadini di paesi terzi e gli operatori ed i dirigenti del dipartimento di salute mentale della ASL RM H, nello specifico:
- i cittadini di paesi terzi, essi rappresentano circa il 10% del totale del bacino di utenza del dipartimento di salute mentale, e sono costituiti per il 52% da donne. I principali paesi di origine sono stati Albania, Ucraina, India, Marocco, Pakistan, Moldova, Perù. In particolare, i beneficiari diretti sono stati pari a circa 150; i beneficiari indiretti sono state circa 1000 persone, raggiunte dalle campagne informative e dagli incontri di sensibilizzazione sul territorio;
- gli operatori e dirigenti del dipartimento di salute mentale dell’ASL RM H, essi hanno beneficiato di una migliore capacità di interazione con l’utenza straniera e di una capacità di lettura del disagio in termini transculturali. Beneficiarie dirette sono stati 100 persone;
- i mediatori linguistico-culturali, essi hanno acquisito, previo corso di formazione, saperi specifici in materia di disagio psicologico che sono andati a completare le loro competenze professionali. Destinatari diretti sono stati 6 mediatori;
- un’ampia platea di invitati al convegno finale (associazioni di immigrati, associazioni del terzo settore, stakeholder, organi di stampa, direttori sanitari, operatori del settore, sindaci), stimabile intorno alle 100 persone.
Contesto
Numerosi studi e ricerche, oltre che molte sperimentazioni effettuate negli ultimi anni, hanno confermato l’importanza di dotare i servizi sanitari di mediatori interculturali, considerando la mediazione come una strategia comunicativa capace di facilitare l’accesso ai servizi sanitari e di migliorare la relazione terapeutica tra sistema sanitario e pazienti appartenenti a contesti culturali diversi.
Nello specifico ambito dei servizi di salute mentale, ancora poche sono state le sperimentazioni validate; d’altra parte, è naturale che il lavoro d’equipe e l’inserimento di una terza figura (il mediatore) tra medico e paziente, nella delicata relazione terapeutica che si viene instaurando, possa comportare maggiori difficoltà ma al contempo possa essere necessario per favorire il superamento di barriere culturali e linguistiche che impediscono o limitano molto le potenzialità di successo delle cure.
Certo è che in alcuni contesti più di altri, come quello della salute mentale, dove i migranti rischiano, in una situazione di traumatismo psico-culturale, di sperimentare un senso di disorientamento rispetto al contesto, sia opportuno che tale lavoro d’equipe sia caratterizzato da un forte clima di empatia tra le varie figure professionali, che permetta di operare per il recupero relazionale ed emozionale dei pazienti stranieri e per migliorare la capacità di presa in carico e di cura degli utenti.
Proprio per cercare di migliorare l’efficacia del rapporto terapeutico, implementando la pertinenza culturale del servizio, il presente progetto ha inteso sperimentare un servizio di mediazione linguistico-culturale nel Dipartimento di Salute Mentale (DSM) dell’ASL Roma H, dove si era registrato, secondo i dati diffusi dal medesimo DSM, un bacino molto ampio di popolazione residente (563.000), una grande ricchezza dei servizi di salute mentale (CSM, Consultori, Case famiglia, Centro diurno, cliniche accreditate), una crescita dell’utenza straniera rispetto al totale degli utenti negli ultimi anni (rappresentano il 5,8% del totale nel 2012 – 542 persone; erano il 3% nel 2003 – 224 persone), con una larga prevalenza di psicosi, stati psicotici e dipendenze cresciute di circa il doppio in quattro anni, ma anche una persistente difficoltà ad accedere ai servizi da parte dell’utenza straniera, come testimoniato dagli operatori del DSM.
Obiettivi specifici e azioni
Il progetto ha perseguito i seguenti obiettivi generali:
- favorire l’accesso ai servizi di salute mentale da parte dei cittadini di paesi terzi che vivono situazioni di disagio e sofferenza psicologica o psichiatrica;
- aumentare la pertinenza culturale dei servizi di salute mentale e garantire un più soddisfacente livello di prestazione.
Accanto a questi obiettivi generali, gli obiettivi specifici sono stati:
- formare un gruppo di mediatori, precedentemente individuato, su tematiche relative all’individuazione, lettura e gestione del disagio psicologico e costruire con loro, in una logica d’equipe che prevedesse il coinvolgimento di medici e psicologi, le modalità operative dell’intervento all’interno del DSM;
- sperimentare un modello transculturale di presa in carico dell’utente straniero che afferisse al dipartimento di salute mentale dell’ASL RM H;
- modellizzare l’intervento in una logica d’equipe con i mediatori ed il personale sanitario;
- costruire un network territoriale che implementi la comunicazione sui servizi di promozione, tutela e cura della salute mentale per i cittadini di paesi terzi ed accresca l’accesso ai relativi servizi;
- contribuire a costruire una consapevolezza dei diritti e dei bisogni di cura per i cittadini di paesi terzi.
Risultati principali
Il progetto ha mirato a conseguire i seguenti risultati:
- mettere a punto, sperimentandone l’efficacia, un modello di presa in carico dell’utente straniero dei servizi di salute mentale che, attraverso l’apporto del mediatore culturale, facilitasse il superamento dei problemi di comunicazione e di accesso ai servizi sanitari da parte della popolazione immigrata dovuti a problemi linguistici e culturali e garantisse una migliore capacità di lettura e di interpretazione della dimensione culturale del sintomo;
- costruire, attraverso l’attivazione di un lavoro d’equipe che prevedesse l’utilizzo del mediatore nella relazione tra psicologo e paziente, una relazione stabile tra servizi di salute mentale ed utenza, capace di rispondere in modo adeguato ed efficace al disagio psicologico di una specifica fascia di popolazione, che altrimenti, a causa di problemi comunicativi, avrebbe rischiato di veder compromesso l’accesso ai servizi di salute mentale;
- mettere a punto un modello operativo che, in virtù dell’elaborazione congiunta e partecipata degli operatori sanitari e dei mediatori, si integrasse all’interno del servizio e conferisse ruolo e significato alla figura del mediatore nel processo di presa in carico del paziente nei servizi di salute mentale;
- contribuire ad alimentare un virtuoso processo informativo tra gli immigrati presenti sul territorio rispetto alla tutela e cura della salute mentale e al ruolo ed ai percorsi di cura dei servizi di salute mentale attivati dall’ASL RM H, favorendo l’accesso alle sue strutture in virtù del servizio di mediazione in esse presente.