Empowering coaches and trainers in sports to prevent youth radicalization and violent extremism
La radicalizzazione e la violenza estremista, legata a fattori religiosi, politici, sociali, rappresenta in Italia e in tutta l’Unione Europea un tema sempre più complesso, rispetto al quale occorre dotarsi di conoscenze e competenze nuove.
Il progetto SAFE ZONE (@SafeZoneEU) vuole rispondere alla sfida educativa che la radicalizzazione pone, con l’obiettivo di intervenire sui processi di affiliazione che possono indurre un giovane ad avvicinarsi a gruppi estremisti violenti. In linea con questo obiettivo, il focus del progetto è la relazione educativa che si instaura in ambito sportivo tra i coach/educatori e i giovani che praticano sport.
Le realtà sportive si trovano in una posizione strategica nella lotta alla radicalizzazione e alla violenza giovanile: lo sport rappresenta un’area prioritaria di socializzazione informale per una vasta maggioranza di ragazzi in tutta Europa e dunque un contesto ideale per mettere a punto un’adeguata strategia di intervento preventivo, incentrata sulla promozione di una cultura del rispetto dell’avversario, del fair-play, della convivenza, della pace.
L’ambito sportivo può essere inoltre un “osservatorio” prezioso che permette di individuare i giovani a rischio o con tendenze radicalizzate attraverso il monitoraggio di comportamenti (fisicamente o verbalmente) violenti. Tuttavia, come sottolineato dalle evidenze raccolte e dalla letteratura in materia, è stato fatto ancora poco in ambito sportivo, non solo per ciò che attiene la sensibilizzazione dei giovani ma anche per ciò che riguarda il rafforzamento delle capacità educative degli allenatori delle società sportive.
Il progetto SAFE ZONE, attraverso una mappatura dei rischi di radicalizzazione e di violenza estremista, la definizione di una metodologia e la messa a punto di strumenti di formazione finalizzati alla prevenzione, vuole aumentare le conoscenze e le competenze degli allenatori/educatori sportivi, riconoscendone il rilevante ruolo pedagogico esercitato anche informalmente nei confronti dei giovani, soprattutto in relazione a quei possibili comportamenti che favoriscono l’uso della violenza tra i coetanei. In questo senso bisogna intendere anche un lavoro volto allo sviluppo di una maggiore consapevolezza rispetto ai rischi o benefici dei metodi educativi in ambito sportivo, per scongiurare il pericolo che siano proprio questi a fungere da “agenti di radicalizzazione”.
Il progetto finanziato dalla Commissione Europea avrà durata complessiva di 24 mesi e sarà coordinato dall’Istituto Psicoanalitico per le Ricerche Sociali in collaborazione con altri sei partner europei (Christliches Jugenddorfwerk Deutschlands, Alma Mater Europaea-Evropski Center, Akademija mešanih borilnih veščin MMA Klub, Centro Sportivo Italiano, Universidade Catolica Portuguesa, Instituto Portugues do Desporto e Juventude).
Mediante meeting con attori chiave e manager di società sportive e workshop con allenatori/educatori sportivi, SAFE ZONE promuoverà la cooperazione tra i diversi soggetti coinvolti nell’educazione dei giovani infradiciottenni, al fine di sviluppare una comune strategia preventiva nella lotta alla radicalizzazione e alla violenza estremista tra i ragazzi.
Infine, grazie ad incontri di scambio tra i diversi Paesi coinvolti dal progetto per mettere a punto metodologie e strumenti preventivi per l’identificazione dei fattori di rischio e agli incontri nazionali di sensibilizzazione sul tema, il progetto vuole rafforzare le competenze dei policy-makers nazionali e locali, in particolare nelle aree delle politiche giovanili e sociali e della sicurezza, sulla prevenzione della radicalizzazione alla violenza estremista, lavorando alla realizzazione di un manuale ad uso degli allenatori/educatori sportivi sulla prevenzione della radicalizzazione e della violenza estremista e all’elaborazione di Raccomandazioni Europee.
www.safezoneproject.eu è il sito ufficiale del progetto sul quale è possibile trovare tutte le informazioni, le attività e le news relative.
E’ possibile seguire tutte le attività del progetto anche su Twitter @SafeZoneEU
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