“Oltre l’ostacolo”. Promozione delle pari opportunità nel campo dell’impresa privata, dell’arte, della cultura e dello sport a favore delle persone con Disabilità – ANNO 2017
“Oltre l’ostacolo” è un progetto finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità, di cui IPRS è capofila in partenariato con l’Associazione Noi per Tutti onlus Ancona – (A.N.T. onlus Ancona).
Premessa
Lo sport rappresenta un veicolo privilegiato nel favorire processi di integrazione, grazie alle straordinarie capacità di abbattere i pregiudizi e stabilire profondi legami fra i soggetti coinvolti. Come sottolineato dal Consiglio dell’Unione Europea, lo sport è “fonte e motore di inclusione sociale e viene riconosciuto come uno strumento eccellente per l’integrazione delle minoranze e dei gruppi a rischio di emarginazione sociale”.
Ancor più vera appare questa affermazione se riferita a soggetti affetti da disabilità, che nel corso della loro esperienza si trovano a dover far fronte a numerose difficoltà, sia sul piano dell’autonomia personale sia su quello della socio-affettività. Grazie all’attività sportiva si agisce sulle abilità individuali, favorendo lo sviluppo delle capacità innate e l’acquisizione di nuove e diverse abilità; attraverso lo sport la persona disabile può mettersi in gioco, imparare a controllare il proprio corpo, sviluppare il senso di autoconsapevolezza e la fiducia nelle proprie capacità, scoprire di avere abilità inaspettate: questi, tutti elementi che contribuiscono allo sviluppo dell’autostima e di una positiva percezione del sé. Oltre all’autostima, la pratica sportiva contribuisce anche a formare e rafforzare il senso d’identità: difatti lo sport, migliorando lo schema corporeo, le capacità coordinative e la consapevolezza della propria corporeità «concorre in larga misura alla formazione del senso d’identità».
Dal punto di vista dei rapporti sociali, indubbiamente la fiducia in sé e una positiva identità personale giocano un ruolo importantissimo, migliorando la capacità del disabile di interagire e stabilire sane relazioni con altri soggetti. Fra le straordinarie potenzialità che vengono attribuite allo sport, v’è senz’altro quella di riuscire a ribaltare completamente la percezione che si ha della disabilità nell’immaginario collettivo. Gli straordinari traguardi raggiunti dai soggetti diversamente abili in alcune discipline sportive inducono gli individui normodotati a rivalutare la figura del disabile quale soggetto dotato di diverse quanto eccezionali abilità.
Nasce da queste consapevolezze la volontà di sviluppare un progetto che utilizzi lo sport quale veicolo fondamentale per attivare processi di integrazione sociale di soggetti diversamente abili, ed in particolare attraverso l’avvicinamento e la pratica della disciplina equestre del dressage.
Perché il dressage?
Tale disciplina è praticata da tempo in Italia e nel mondo intero da disabili fisici, sensoriali e intellettivi. Ed è facile capire perché questo sport ha una particolare attrattiva: il cavallo può diventare un amico con cui interagire e con il quale stabilire un’intensa relazione di reciproca fiducia; addirittura il cavallo può “prestare” simbolicamente la sua vista al non vedente che ha in sella.
Per il soggetto disabile, l’esperienza a contatto con il cavallo ha una valenza educativa insostituibile: favorisce la presa di coscienza del proprio corpo, un controllo più consapevole dell’equilibrio ed una coordinazione migliore. Per dirigere il proprio cavallo occorre sapere dove si vuole andare, definire lo spazio, orientarsi per far muovere l’animale. Attraverso il cavallo la persona disabile prende maggiore consapevolezza di sé e di ciò che la circonda, delle proprie possibilità di agire e di muoversi nello spazio circostante.
Cadenza, rigore e concentrazione sono essenziali per il successo in questa disciplina.
Gli atleti con problemi di vista riusciranno ad eseguire le loro performances con l’ausilio di una strumentazione molto sofisticata che sarà sviluppata nell’ambito del progetto.
Obiettivi:
Gli obiettivi che si prefigge di raggiungere l’iniziativa possono essere così sintetizzati:
- Favorire l’accesso alla pratica sportiva per lo sviluppo delle capacità e delle potenzialità espressive e relazionali dei soggetti non vedenti/ipovedenti;
- Rafforzare la percezione delle capacità/potenzialità del soggetto debole e consolidare l’autostima per la maturazione della personalità;
- Creare “socialità” nella comunità territoriale considerata e costruire un sistema di relazioni soddisfacenti nei riguardi di persone che presentano difficoltà nella propria autonomia personale e sociale, in modo che possano sentirsi parte di comunità e di contesti relazionali;
- Diffondere la cultura sportiva del dressage fra soggetti disabili e non disabili.
Attività:
- Sviluppo e testing di un dispositivo acustico che permetterà ai cavalieri non vedenti/ipovedenti di effettuare in totale autonomia le tecniche del dressage.
- Avvicinamento e pratica della disciplina equestre del dressage per soggetti non vedenti/ipovedenti con l’apporto di soggetti esperti all’interno della struttura qualificata individuata.
- Organizzazione di competizioni sportive miste, con il coinvolgimento di cavalieri disabili e non disabili.
- Diffusione della pratica sportiva del dressage attraverso uno strumento multimediale (contributo video) al fine di favorire la diffusione dell’esperienza e la replicabilità su larga scala del progetto pilota.
Durata del progetto:
Le azioni di progetto verranno realizzate in 12 mesi, che verrano così organizzate:
- Dal mese 1 al mese 4: Sviluppo e testing del dispositivo acustico
- Dal mese 5 al mese 10: Avvicinamento e pratica della disciplina equestre del dressage per soggetti non vedenti/ipovedenti.
- Dal mese 11 al mese 12: Organizzazione di competizioni sportive miste, con il coinvolgimento di cavalieri disabili e non disabili.
- Sviluppo di materiale multimediale (contributo video) per diffondere la cultura sportiva del dressage e coinvolgere nuovi soggetti non vedenti/ipovedenti.