Presentazione del libro
“MINORI E GIOVANI ADULTI AUTORI DI REATO” il complicato intreccio tra salute mentale e contesto penale
Autori: Alfredo De Risio, Paola della Rovere, Chantal Favale, Simona Iacoella Prefazione di Luigi Cancrini
Mercoledì 21 giugno alle ore 18,00 presso l’Istituto Psicoanalitico per le Ricerche Sociali di Roma in Passeggiata di Ripetta n° 11 si terrà la presentazione del libro edito da Alpes Italia
Il volume raccoglie contributi di affermati studiosi e professionisti che, a vario titolo, sono chiamati ad un’assunzione di responsabilità, nella diversità dei saperi e dei campi di intervento, in risposta al complesso e composito fenomeno della trasgressione e della devianza giovanile. Il manuale propone un incontro dialettico e operativo tra la società del diritto e le scienze dell’uomo, ed offre spunti di riflessione e propositi dell’agire e dell’essere a quanti operano con adolescenti e giovani adulti autori di reato.
Alla presentazione saranno presenti i curatori e gli autori del volume.
Interverranno inoltre:
- Prof. Luigi Cancrini* – Psichiatra, Direttore Centro Studi Terapia Famigliare e Relazionale
- Dott.ssa Simona De Simone – Direttore Dipartimento Salute Mentale Asl Roma 3
- Dott.sa Federica Chiavaroli * – Sottosegretario di Stato al Ministero per la Giustizia
Coordina:
Raffaele Bracalenti – Presidente Istituto Psicoanalitico per le Ricerche Sociali
Ingresso libero con prenotazione – 06.32652401 – iprs@iprs.it
(*: in attesa di conferma)
“Avevo appena iniziato a scrivere la prefazione di questo libro quando la cronaca ci ha riproposto la banalità del male e la follia degli adolescenti che ne vengono contagiati e coinvolti (…); il pensiero che ne ho avuto subito è stato quello dell’importanza che questo libro potrebbe avere per chi oggi discute di questi ragazzi, sui giornali o in famiglia e soprattutto per chi di loro dovrà occuparsi (…).
Questi ragazzi ‘sopravviveranno’ al reato che hanno commesso e la domanda cui dobbiamo rispondere (…) è quella relativa al dopo perché, anche se non è facile pensarlo, il fatto che i mostri di oggi siano destinati ad essere dei mostri domani dipende anche da noi e da quello che faremo, o non faremo, per loro, all’interno delle possibilità che abbiamo di intervenire per aiutarli a diventare persone migliori di quello che sono stati finora.
Il libro che il lettore ha fra le mani è un libro che esplora a fondo, con dovizia di informazioni e racconti, l’insieme di queste possibilità, proponendo delle risposte ‘ragionate’ a chi si chiede cosa aspetta i tanti minori e giovani adulti trasgressivi (…), e come possa essere affrontata e vinta la sfida proposta dal malessere e dal cattivo essere dei ragazzi con una corretta applicazione degli strumenti che il codice penale minorile mette a disposizione della società e nelle mani del giudice che dovrà applicarlo.
È di questi strumenti e della loro corretta applicazione, che questo libro si occupa, raccogliendo i contributi dei professionisti che per anni di questo tipo di problemi si sono occupati”.
Dalla prefazione di Luigi Cancrini
NOTE INTRODUTTIVE DEI CURATORI (A. De Risio, P. della Rovere, C. Favale, S. Iacoella)
L’applicazione del D .P.C. M . del 1 aprile 2008, in materia di Sanità in ambito penale, impone sempre più un intervento multidisciplinare ed integrato per coloro che vi operano , dal personale sanitario a quello della Giustizia. Pertanto occorre necessariamente interfacciarsi continuamente anche con la rete dei servizi territoriali e con il privato sociale, per poter offrire adeguare risorse e strumenti, atti a coniugare il mandato sanitario con quello penale, impresa ardua e non sempre così semplice in quanto la riforma, che inizialmente ha riproposto ed accentuato la dicotomia salute/giustizia, ha imposto agli operatori del settore un cambiamento fondamentale.
Nell’applicazione della nuova norma, infatti, è stato necessario adoperare molte energie per il superamento di questa dualità; a ciò si aggiunge l’ impegno che tutt’oggi viene profuso per favorire una continuità di intervento nel passaggio d ‘età tra minorenni e giovani adulti, dicotomia spesso affrontata con azioni ancora poco integrate a livello operativo.
I temi affrontati nel presente volume non riguardano – di questo siamo più che convinti – soltanto la comunità scientifica; per evidenti ragioni, infatti, dovrebbero interessare e coinvolgere oltre che il clinico, il pedagogista e l’operatore del settore socio-educativo, anche il legislatore, il politico e l’amministratore.
In uno scenario sociale e, soprattutto, istituzionale, ove le risorse sono spesso limitate e molteplici, appare sempre più important e dar vita a soluzioni creative ed innovative, al fin e di offrire risposte ai bisogni di coloro che, attraverso il reato, esprimono spesso un disagio che va interpretato e affrontato, pur nell’ambito della dovuta sanzione a livello penale. Ciò nell’ottica di responsabilizzare l’autore e, al tempo stesso, di assicurare il controllo sociale, ma soprattutto nella prospettiva di un cambiamento del comportamento deviante, evitando sia il semplicismo di condanne moralistiche che i falsi buonismi, come ha ben evidenziato Cancrini nella prefazione.
Questo libro nasce dall’idea di riunire i contributi di coloro che, impegnati quotidianamente nei Servizi socio-sanitari pubblici, operano da anni nel settore penale ed investono competenze, tempo e passione nel lavoro con adolescenti e giovani ad adulti, con l’obiettivo di integrare la loro attività con quella di altri professionisti e di trasmettere conoscenze sulla “valenza di significato” di quegli atti che spesso appaiono indecifrabili, incomprensibili, persino “mostruosi”, se si pensa all’età di questi giovani.
La questione che i curatori pongono, ben più complessa, interseca e scambia con le tante storie di individui trasgressivi che incontrano le Istituzioni: come queste si interroghino sul complesso tema del disagio e della devianza giovanile e come questa possa essere anche espressione di severi quadri clinici e traumi sociali sono alcuni dei temi trattati. Si deve a Johan Huizinga, nel suo saggio dei primi del novecento L’autunno del Medio Evo, una prima provocazione tratta dal capitolo di apertura dal titolo I toni crudi della vita, che così comincia: “Quando il mondo era più giovane di cinque secoli, tutti gli eventi della vita avevano forme ben più marcate che non abbiamo ora. Fra dolore e gioia, fra calamità e felicità, il divario appariva più grande; ogni stato d’animo aveva quel grado di immediatezza e di assolutezza che la gioia e il dolore hanno ancora oggi per lo spirito infantile. . .
Di fronte alla povertà ed all’indigenza c’era minore possibilità di mitigare che oggigiorno; esse si presentavano più gravi e più crudeli. Le malattie contrastavano più spiccatamente con la salute … E tutte le cose della vita erano di una pubblicità sfarzosa e crudele. I lebbrosi facevano suonare le loro raganelle e giravano in processione; i mendicanti si lamentavano nelle chiese dove ostentavano le loro deformità”.
Le suggestioni prodotte dal brano, in dipendentemente da chi legge, a nostro avviso richiamano, non solo i campi, le conoscenze e le competenze degli argomenti declinati nel titolo del presente volume, ma anche il vigore di passioni e di sentimenti che caratterizzano e muovono l’adolescenza, nell’evidenza di tumultuosi viaggi e difficili approdi.
Crescere è come morire ogni giorno per poi rinascere, ove amicizia, inimicizia, amore, odio, collera, invidia, rabbia, nelle loro tonalità più forti, incontrano per strada il “Gatto” e la “Volpe”, sterminata galleria di prodotti “alterati” sulle bancarelle del web, espressione ultima della bramosia di mercati globali e mercanti senza scrupoli. Abbiamo così richiamato forme diverse di disagio e devianza che trovano miglior alloggio nella sonorità bellicosa del termine greco Oí παραβάντες (oi parabàntes), significando sia “coloro che stanno di lato”, il diverso, che “coloro che trasgrediscono” di un agire antisociale.
Nella condivisa attesa di offrire al lettore di questo manuale una sintesi su cui si basa il senso stesso della pubblicazione, nei capitoli che seguiranno saranno argomentati i rapporti tra contenuto e contenitore, tra giudizio e pregiudizio, tra pena e colpa, tra pericolosità sociale e società pericolose, tra un prima e un dopo. Riguadagnare il tempo perduto, recuperare gli spazi non utilizzati, significare la relazione, disegnare nuovi ed imperfetti orizzonti, rappresentano nel loro insieme il desidero profondo che muove la penna e il lavoro degli operatori … e non solo !!
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Per chi intanto desidera approfondire gli argomenti affrontati nell’incontro, di seguito alleghiamo materiali e dispense utili: