Pubblicata per la prima volta, nell’anno 2000, sulle pagine di “Le Monde Diplomatique”, supplemento del quotidiano “Il Manifesto”, Mentre lei sogna è la lettera che lo scrittore e saggista inglese John Berger inviò all’allora Sindaco di Lione, Raymond Barre, in merito al piano di riassetto del centro della città che prevedeva lo smantellamento delle carceri, di epoca ottocentesca, di Saint-Joseph e di Saint Paul. La proposta dell’autore era quella di trasformare l’area dismessa in parco cittadino, precisamente un meleto, la cui fioritura primaverile avrebbe richiamato in vita i sogni sognati all’interno del carcere.

 

Il testo che segue è un estratto dell’intervento di Pietro De Santis all’incontro* “Mentre Lei Sogna” – 13 tavole di Patrizia Bettarelli ispirate al testo omonimo di John Berger.

Innanzitutto bisogna riconoscere la bellezza dello scritto di John Berger, un esempio di proporzioni, equilibrio e poesia.

C’è una bella introduzione all’argomento:

«Mi hanno chiesto di scriverle… ascolti le voci di via Delandine! »

C’è la parte centrale strutturata musicalmente come un rondò – il racconto di una madre, la storia dell’uomo e del pane – in cui vicende dei topi in gabbia, si alternano con le voci di via Delandine.

C’è la conclusione: l’invito a piantare un meleto in ricordo di tutti i sogni sognati nel carcere di via Delandine

Pure se è chiaro che i sogni di cui si parla non sono semplicemente i sogni sognati, tuttavia è giusto parlare di sogni…

C’è un bellissimo saggio di Sandro Gindro, il Maestro fondatore dell’IPRS, dedicato al sogno. Si intitola: Intorno al sogno (per chi volesse leggerlo diviso in parte prima e parte seconda)

Il sogno ha affascinato gli uomini da sempre, per la sua presenza inquietante e misteriosa. Non esistono persone che non sognino, non esistono persone che non siano state turbate almeno, una volta nella vita, da un sogno.

Nell’arco della giornata ognuno di noi vive, ricordandola o no, l’esperienza di parecchi sogni.

Nell’antichità gli interpreti dei sogni erano persone specializzate e circondate da considerazione e rispetto.

A molti psicoanalisti, forse a tutti, penso sia venuto in un momento della loro vita professionale, il sospetto di star lavorando su qualcosa di inconsistente o, ancor peggio, di star giocando con bolle di sapone… anche perché ogni essere umano interpreta i sogni…

Il sogno ha essenzialmente la funzione di realizzare un desiderio. È un’affermazione questa che è diventata classica non solo della saggezza popolare, ma anche degli scienziati del sogno.

Però la tradizione popolare – a causa dell’imbarazzo che generano i sogni – preferisce immediatamente affiancare al desiderio l’asserzione che interpreta il sogno come l’inserzione nel quotidiano del soprannaturale e del metafisico: nel sogno entra la divinità per comunicare con gli uomini, per guidarli, ammonirli e minacciarli; ecco che nei sogni entrano i demoni e le forze malefiche per turbare, angosciare e sviare; ecco che nei sogni entrano le figure dei morti per consigliare guidare o fare richieste ai vivi…

Il sogno riproduce una situazione propria del modo di essere dell’uomo: cioè la quasi infinita e onnidirezionale struttura dei linguaggi.

Le cause della sgradevole sensazione di inadeguatezza che si prova spesso di fronte ad un sogno sono tre:

1) La reale inadeguatezza di ogni linguaggio

2) La natura del linguaggio verbale che, oltre alla impossibilità di dire tutto ciò che vorrebbe, possiede la straordinaria possibilità di dire più di quanto si desidererebbe.

3) Il sogno difficilmente è riducibile alla successione lineare e unidirezionale del linguaggio parlato. Il sogno si esprime in un modo assai più simile all’espressione musicale… con la successione nel tempo e la contemporanea sovrapposizione

 

La parola è espressione delle cose; ma l’espressione è l’esperienza delle cose ed il sogno, frammento di vita, è un’espressione-esperienza

L’uomo si muove ristrutturando continuamente il campo dell’espressione esperienza intorno a sé, per modificare ciò che non è ancora, per raggiungere una situazione più soddisfacente, per strutturare l’ambiente dello spazio e del tempo in cui si muove.

«Egli sposta gli oggetti, ma anche i valori e vede mutarsi le percezioni.

Per questo i filosofi dicono che l’uomo vive in un mondo di illusioni.»

La contrapposizione tra veglia e sonno è evidenziata, nella nostra cultura, anche dall’arte figurativa, dalla poesia e dalla filosofia, non è una novità però che il sogno è presente nella veglia come la veglia è presente nel sogno.

Il sogno permette alla vita di rappresentare sé a se stessa con uno spettacolo il più possibile immediato ed efficace. La vita pensa se stessa nei sogni; ma quanti desideri troviamo nostri sogni! La “vita è sogno” sostiene Calderon “ed il sogno è vita!” ribalta Gindro.

Analisi del sogno in mentre lei sogna

John Berger vuole entrare nel sogno del sindaco di Lione perché anche lui sogni un meleto in ricordo di tutti i sogni sognati durante la veglia e durante il sonno; Berger sogna il sogno del sindaco e sogna anche i sogni possibili dei carcerati.

Ma perché proprio un meleto? Anche il meleto è un sogno: il sogno della foresta ancestrale di meli del Tien Shan in Kazanistan, luogo inaccessibile e sacro…

Qual è il luogo che ospita più sogni signor sindaco? Il carcere…

  • C’è il sogno della Giustizia, della Riforma, della Virtù (sogni della città nel suo modello politico)
  • Ci sono i sogni sognati
  • i sogni potenti e temuti (le evasioni e le rivolte)
  • i sogni leggeri (il mare, il TGV)
  • i sogni privati (di donne, di porte aperte, del fiume Rodano)
  • i sogni delle migliaia di madri che raccontano storie ai loro figli

 

Da via Delandine non si osservano uomini in gabbia e si ascoltano solo alcune loro voci. Si osservano invece le persone dalla via che chiamano. L’uomo del pane osserva i topi in gabbia:

Il primo è un topo grigio, sta sulle zampe posteriori come un canguro

Il secondo è più vecchio e agitato

Poi due topi insieme (difficile dire se hanno conoscenza l’uno dell’altro)

Topo grosso e lento, poi nove topini… (signore non se la prenda! Continui a dormire)

Topo con la testa china, lo chiamo Alfredo (Mi fermo a prendere un caffè); liberato, salta verso il cielo

Il pane è intatto… ultimo topo? Non si rende conto di essere stato liberato

Topi e uomini portano la medesima sofferenza; patiscono la medesima precarietà dinanzi alla forza terrifica che stritola: così sosteneva Steinbeck in uomini e topi e, prima di lui, Robert Burns nel poema dedicato ad un topo, al quale lo scrittore americano si era ispirato.

«I meli che si potrebbero piantumare sono Spartan, hanno un frutto rosso brunastro sembra un minerale strappato dalla terra); le mele sono tardive e durano tutto l’inverno. »

Uomini, topi e meli partecipano della stessa natura…

Gabbia usata per catturare topi: 18 x 9 x 8,5 cm

Meli da piantare a 6 – 8 metri di distanza

Celle del carcere 3 x 3,6 m

 

 

Bibliografia:

Sandro Gindro                        Intorno al sogno        1980

Pedro Calderon de la Barca      la vita è sogno                   Sigismondo imprigionato 1635

(Sam Savage                                      Firmino                  Il topo letterato, no perché del 2006)

John Steinbeck                        Uomini e topi                    Forza incontrollabile 1937

Robert Burns                           To a mouse             Tenerezza verso un topolino 1790

John Berger                             Pendant que vous rêvez 2000

Foresta di meli nel Tien Shan, in Kazakistan,

Zina Lewandowsky ha proposto un nuovo metodo per calcolare l’età degli alberi (senza doverli segare)

 

 

 

*  L’incontro si è tenuto il 19 maggio 2017 presso La Nuova Pesa Centro per l’arte contemporanea di Roma.