Incontri di Musica Sacra e Contemporanea – Edizione dedicata alle tre Religioni del Libro
4° giornata, 18 Marzo: “Cantare la pace e la concordia”
L’Istituto Psicoanalitico per le Ricerche Sociali, in collaborazione con l’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi, con la Comunità Ebraica di Roma, con la Basilica di San Marco in Piazza Venezia, con il Centro Islamico Culturale d’Italia, con l’Ambasciata del regno del Marocco, con il Teatro di Roma, con il nulla osta del Vicariato di Roma – recuperando il progetto degli Incontri di Musica Sacra Contemporanea sviluppato dal 1988 al 2001 da Sandro Gindro – propone quattro concerti che attingono alle tradizioni musicali cattolica, ebraica, islamica e secolare; e due incontri di presentazione e discussione.
Musica Andalusa marocchina nel passato e nel presente
La Musica Andalusa marocchina o Al-Ala è il repertorio musicale classico conservato in Marocco attraverso l’utilizzo di vari strumenti musicali, poemi cantati e improvvisazione, il tutto organizzato secondo il sistema della Nouba. Le origini di questa musica risalgono all’Andalusia Omayyade (756-1031), attraverso due figure principali della musica andalusa del IX secolo: Ziryab, Abu Hassan Ali ben Nafi, nato in un villaggio curdo di Mosul nel 789 e deceduto a Cordoba nell’857. È questo personaggio ad aver introdotto l’oud (liuto arabo) in Andalusia dopo aver aggiunto una quinta corda e aver sviluppato l’uso del plettro, ed è stato questo liuto a diffondersi in seguito nel resto d’Europa; Ibn Baja Abu Bakr Muhammad ben Yahya ben as-Sayegh, il cui nome latinizzato è Avempace, nato a Saragozza nel 1086 e deceduto a Fez nel 1139. È stato filosofo, medico, astronomo, geometra, musicista e poeta andaluso, fu l’ideatore definitivo della forma musicale andalusa. È anche autore di numerose composizioni. Il Marocco è il paese del Maghreb in cui la tradizione andalusa è più evidente, in virtù della sua vicinanza geografica con la Spagna. Essa rimane distinta dalla musica araba classica praticata in Medio Oriente e in Egitto. È l’espressione del raffinato intreccio culturale manifestato dall’incontro tra le tradizioni melodiche medioevali cristiane, sefardite, sufi e, fra gli altri, i canti liturgici gregoriani. La musica andalusa marocchina si è diffusa principalmente nelle città imperiali del Marocco (Fez, Tetouan, Rabat, …) con i flussi di espulsione degli andalusi arabi ed ebrei dopo la caduta di Cordoba. Oggi il repertorio è conservato gelosamente dagli studiosi di questa musica, tra cui Hadj Abdelkrim Rais e i suoi discepoli. Per i marocchini, si tratta della musica colta e sacra. Questo repertorio comprende undici grandi suite o nouba e i principali strumenti utilizzati sono l’oud e il rabab. Il repertorio andaluso-marocchino annovera brani strumentali e vocali. Ognuno di essi viene interpretato su una modalità (tab ‘) che dà il nome alla nouba:
Nouba raml-mâya
Nouba ushshâq
Nouba isbahân
Nouba gharîbat alhusayn
Nouba rasd
Nouba rasd al-dhîl
Nouba hijâz al-mashriqî
Nouba irâq ajam
Nouba istihlâl –
Nouba hijâz al-kabîr –
Nouba mâya.
Ognuna di queste nouba è costruita in cinque movimenti chiamati mizan, ciascuno con un ritmo di base che segue un principio di progressiva accelerazione: Mizan Basti – Mizan Qa im wa-nisf – Mizan Btayhi – Mizan Darj – Mizan Quddam. La parte vocale della nouba è composta da poemi chiamati muwashshah – zajal – shugl – barawal. Infine, ciascuna delle nouba ha un significato specifico e deve essere suonata in un momento preciso della giornata.
L’orchestra Arabo andalusa di Fez
L’Orchestra arabo-andalusa di Fez, fondata dal defunto Hadj Abdelkrim Rais di cui Mohamed Briouel è stato il discepolo, è considerata il più antico e importante gruppo di musica andalusa marocchina. Creato nel 1946, è l’erede di tutta la musica andalusa esistente già dal 1912 a Fez, una delle città dove la tradizione della musica arabo-andalusa è stata la più tutelata dalla caduta di Granada nel 1492. L’Orchestra diventa rapidamente una delle tre orchestre ufficiali del Marocco.
Pur garantendo la continuità di quest’arte, in particolare attraverso l’insegnamento che essa fornisce ai giovani musicisti desiderosi di interpretare la musica arabo-andalusa, l’orchestra si è posta l’obiettivo artistico e la missione di restituire questa musica nel suo contesto tradizionale e nella sua forma storica. Solo gli strumenti tradizionali a corda fanno parte della strumentazione dell’Orchestra marocchina andalusa di Fez. In questa continua ricerca dell’autenticità dell’interpretazione, l’Orchestra di Fez partecipa anche a esperienze di incroci culturali, in particolare lavorando con artisti e gruppi europei sul repertorio della musica medievale spagnola, da cui la musica arabo-andalusa trae le sue origini.
Quarto Incontro: “Cantare la pace e la concordia”
Domenica 18 marzo, ore 20.30
Grande Moschea di Roma, Viale della Moschea, 85, 00199 Roma
Ingresso libero
Concerto di Musica Sacra su temi della tradizione islamica.
Programma: Brani dalla tradizione arabo andalusa – Orchestra Arabo Andalusa di Fez
Twachi Naoubat al Istihlal (Brano strumentale)
Bacit Naoubat al Istihlal
Préludio: Canto solista liuto e violino
Kouddam al Istihlal
Naoubat Hijaz Kabir
Mizan Al Bacit
Canto solista
Mizane kayem wa nisf
(Durata circa 90 minuti)
Interpreti: Briouel Mohamed (viola), Arabi Gharnate Mohammed (violino), Amri Abdesselam (percussioni), Amri Mostafa (viola), Ben Allal Jamal Eddine (violino), Berrada Driss (liuto), Bennis Abdelfatah (canto).
Per Informazioni: 06.32652401- iprs@iprs.it
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